



Anthony Romaniuk
Strumenti a tastiera
06.09.2021 – 20:00
Palazzo Sangiovanni
Alessano (LECCE)
BELLS
Al pianoforte:
Béla Bartók (1881-1945)
Mikrokosmos, Sz. 107: Vol. V/138: Bagpipe Music
Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791)
Adagio in B Minor, KV 540
Ludwig van Beethoven (1770-1827)
Six Bagatelles, Op. 126: IV. Presto
Al clavicembalo:
William Byrd (1540-1623)
The Bells, T. 442
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
English Suite in D Minor, BWV 811: Gavotte
Jean-Philippe Rameau (1683-1764)
Pièces de clavecin avec une méthode: VII. Musette en rondeau (With Improvised Prelude)
Anthony Romaniuk(1982-)
Kora (Improvisation)
Al Fender Rhodes:
Chick Corea (1941-2021)
Children’s Song No.1
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
English Suite in A minor, BWV 807: I. Prelude
Anonymous
Het Gruuthuse-Handschrift II: CVIII. Orlof Vrauwe, Ende Ic Moet Gaen
Al pianoforte:
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
English Suite in A Minor, BWV 807: I. Prelude
Federico Mompou (1893-1987)
Musica Callada, Book II: XIII. Tranquillo
György Ligeti (1923-2006)
Musica Ricercata: VII. Cantabile, molto legato
George Crumb (1929-)
Makrokosmos, Vol. II: IV. Twin Suns
Dmitri Shostakovich (1906-1975)
Prelude and Fugue No. 1 in C Major, Op. 87 (With Improvised Prelude)
Anthony Romaniuk
La singolare voce artistica del tastierista Anthony Romaniuk deriva dalla sua incessante esplorazione di una vasta gamma di stili musicali.
Talento naturale nell’essere un poliglotta della musica, la sua formazione classica è completata dall’abilità improvvisativa, che gli consente di attraversare i confini tra i generi.
Grande appassionato di jazz durante la gioventù trascorsa in Australia, ha studiato pianoforte classico a New York (Manhattan School of Music), ha trascorso diversi anni specializzandosi in musica antica (clavicembalo e fortepiano nei Paesi Bassi) e, dopo gli studi, ha continuato il suo percorso nell’ambito dell’improvvisazione, dell’indy rock e della musica ambient/elettronica.
Come concertista classico, il suo repertorio spazia da Byrd a Bach, Beethoven, Chopin e Brahms (spesso su strumenti storici), a Ligeti, Crumb ed alla musica contemporanea. Suona regolarmente con la violinista Patricia Kopatchinskaja ed il tenore Reinoud Van Mechelen ed è anche uno dei componenti principali di Vox Luminis. Altre collaborazioni degne di nota includono il lavoro con i violoncellisti Peter Wispelwey e Nadège Rochat, con l’Australian Chamber Orchestra, la Seattle Symphony Orchestra ed il gruppo rock danese Efterklang.
Si è esibito in numerose ed importanti sale da concerto europee, tra cui Wigmore Hall (Londra), Salle Gaveau (Parigi), Concertgebouw Amsterdam, Berliner Konzerthaus, Bozar (Bruxelles) e al Menuhin Festival (Gstaad), ha inoltre frequenti impegni negli Stati Uniti e in Australia.
La sua registrazione di debutto come solista, “Bells”, pubblicata da Alpha Classics nel 2020, mostra il suo approccio nei confronti della combinazione di repertorio ed improvvisazione, ed utilizzando i timbri di quattro strumenti a tastiera, valica consapevolmente i confini dell’ortodossia classica.